FESTIVAL DI NAPOLI 1957

Festival della Canzone Napoletana

«Il mio racconto» – 5 ^Edizione

-1957-

 

Sono molti gli avvenimenti che hanno caratterizzato questo 1957, ma non ve li racconterò tutti, anche perché dobbiamo parlare di canzoni e, soprattutto, della quinta edizione del festival della canzone napoletana che, in questa edizione, si presenterà con qualche novità rispetto alle precedenti.

Siamo nel mese di Febbraio e la R.A.I. -Radio Televisione Italiana- a partire dalle ore 20.50 del giorno 3, trasformerà le abitudini degli Italiani con la messa in onda di quello che diverrà il programma più seguito della televisione, vale a dire, il predecessore degli attuali spot pubblicitari: Carosello! Ma torniamo al nostro beneamato festival che, anche in questa edizione, farà molto parlare di se già molto tempo prima del suo inizio, programmato per il mese di Maggio nei giorni dal 16 al 18.

Tra atti giudiziari e proteste degli esclusi nei confronti della commissione esaminatrice, come da programma, la sera del 16 Maggio il Teatro Mediterraneo apre le porte alla prima delle tre serate finali.

Dicevamo delle novità apportate in questa quinta edizione; quella più rilevante, stante alle caratteristiche della manifestazione, fu quella della eliminazione della doppia esecuzione. Infatti, ogni canzone, fu affidata ad un solo cantante e non a due come nelle precedenti manifestazioni; mentre i riepiloghi delle stesse canzoni, furono affidati ai chitarristi Ugo Calise, Sergio Centi, Fausto Cigliano, Amedeo Pariante e Armando Romeo. I dieci cantanti in gara furono accompagnati da una sola orchestra, diretta dal maestro Giuseppe Anepeta. Le tre serate della manifestazione furono presentate dall’indimenticato Enzo Tortora, da Marisa Borroni e da Emma Danieli. Delle venti canzoni ammesse, solo dieci parteciparono alla finale della terza serata e alla conta dei voti risultò vincitrice MALINCONICO AUTUNNO, di Vincenzo De Crescenzo e Furio Rendine, cantata da Marisa Del Frate. La piazza d’onore spettò al grande Aurelio Fierro con la canzone LAZZARELLA, di Riccardo  Pazzaglia e Domenico Modugno, mentre il terzo posto fu assegnato ex-aequo alle canzoni ’NNAMMURATE DISPETTUSE, di Vincenzo De Crescenzo e Furio Rendine, cantata in duetto da Gloria Christian e Giacomo Rondinella e a NAPULE SOLE MIO, di Domenico Furnò e Nino Oliviero cantata da Giacomo Rondinella. Tra le canzoni finaliste furono apprezzate: SERENATELLA ’E MAGGIO, di Vincenzo De Crescenzo e Nino Oliviero, cantata da Nunzio Gallo; ’O TRENO D’’A FANTASIA, di Armando Cesareo e Luigi, cantata da Gloria Christian e STORTA VA…DERITTA VENE, di Armando Petrucci, Dionisio Sgueglia e Armando Romeo, cantata da Aurelio Fierro. La canzone vincitrice di questa edizione, MALINCONICO AUTUNNO, suggerì nel 1958 una pellicola di genere sentimentale, realizzata dal Regista Raffaello Matarazzo, con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson; così come le canzoni LAZZARELLA e NAPULE SOLE MIO suggerirono i film omonimi, diretti rispettivamente da Carlo Ludovico Bragaglia e Giorgio Simonelli. Protagonisti di LAZZARELLA furono la bella Alessandra Panaro e il bravo Mario Girotti (in seguito divenuto Terence Hill), mentre Titina De Filippo, Tina Pica, Lorella De Luca e Maurizio Arena furono i principali attori di NAPULE SOLE MIO.

MALINCONICO AUTUNNO: Un testo di buona qualità, accompagnato da una classica melodia, fecero di questa canzone (che era una delle cinque canzoni del maestro Furio Rendine ammesse al festival) la canzone vincitrice di questa edizione. Il brano, che allora raggiunse il primo posto anche nella hit parade, ci parla della drammatica storia di un innamorato deluso, che paragona i suoi  sogni perduti alle foglie ingiallite che il vento porta via.

LAZZARELLA: Nonostante si fosse classificata soltanto al secondo posto, questa canzone, proposta da un brillante Aurelio Fierro, fu non solo il più grosso successo della manifestazione, ma uno dei maggiori della canzone partenopea e italiana di quell’anno. “Lazzarella” è il vivace ritratto di una ragazzetta, un po’ birichina, alle prese con il suo primo innamoramento.

’NNAMMURATE DISPETTUSE: Un piacevole duetto, questo proposto da Gloria Christian e Giacomo Rondinella. Due innamorati si pizzicano continuamente parlando di probabili amori che non esistono, perché, dopo una serie di minacce e reciproci dispetti, l’unico vero amore è il loro; anche se, dopo un po’, sono nuovamente pronti a ricominciare, perché Lui è “’mpicciuso, capetuosto e curiuso” e lei è “’nu poco pazzerella”!…

NAPULE SOLE MIO: Al termine della manifestazione canora, questa canzone di Furnò e Oliviero, dividerà il gradino più basso del podio con la canzone ’Nnammurate dispettuse. Proposta da uno degli stessi interpreti della co-vincitrice, Giacomo Rondinella, è un inno a Napoli, terra d’amore, città capace di trasformare l’odio in passione “sulo cu’ ’nu mutivo ’e ’na canzone”.

STORTA VA…DERITTA VENE: Questo modo di dire, che corrisponde all’italiano Tutto è bene quel che finisce bene, riassume il rapportarsi dei napoletani con il destino che, come ci dice il testo della canzone, non può essere sempre avverso. Finalista in questa edizione del festival nell’interpretazione di Aurelio Fierro, il brano guadagnò grande popolarità sia per la pimpante musica che per l’ironia del testo.

Peppe Esposito

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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