Il capodanno cinese: una tradizione millenaria oltre i confini del “Paese del Dragone”

di Giovanni Abbatangelo

La Cina e l’Europa sono due aree geografiche che hanno svariati aspetti che le accomunano e molti altri che le differenziano profondamente. I popoli che vi ci abitano, per esempio, condividono entrambi un sistema sociale fondato su una storia millenaria, ma, allo stesso tempo, esistono degli aspetti che diversificano profondamente le due culture: una diversa spiritualità, un sistema economico quasi antipodico, un differente gusto culinario e anche un diverso modo di contare il tempo. Infatti, in Cina, nonostante sia ormai largamente diffuso il calendario gregoriano utilizzato in occidente, è utilizzato il tradizionale cinese chiamato “nónglì”. Si tratta di un calendario lunisolare, a metà tra un calendario solare e uno lunare. Ma quali sono le principali differenze tra il calendario occidentale e quello orientale?
Partiamo dai mesi: l’inizio di ogni mese coincide con ogni fase di luna nuova, cioè il momento in cui la Luna è completamente invisibile nelle zone in prossimità delle coste orientali della Cina. Può capitare, pertanto, che tra l’undicesimo mese di un anno e l’undicesimo mese dell’anno successivo possano esserci 13 lune piene: in tal caso, l’anno seguente avrà un mese aggiuntivo e sarà lungo 13 mesi. La particolarità più interessante riguarda il conteggio degli anni: nel calendario cinese sono contati seguendo il “Ganzhi”, ossia un ciclo di 60 anni. Ad ogni anno, ogni 12 anni a turno, è associato un animale dello zodiaco cinese; nello specifico, ogni anno può essere dedicato al topo, al bue, alla tigre, al coniglio, al drago, al serpente, al cavallo, alla capra, alla scimmia, al gallo, al cane e al maiale.


Un’altra particolarità riguarda la data del capodanno cinese, una giornata festeggiata da milioni di persone in tutto il mondo. Se noi occidentali associamo l’inizio del nuovo anno con il 1° gennaio, in Cina non esiste una data fissa ogni anno, ma può variare di circa un mese, nel periodo dal 21 gennaio al 20 febbraio. Per quale motivo? Come si è detto, il calendario cinese è lunisolare, quindi tiene conto anche dei cicli lunari. Il capodanno coincide con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno e questa data, seguendo il calendario gregoriano, cade sempre tra il 21 gennaio e il 20 febbraio.
I festeggiamenti per il capodanno cinese durano per ben due settimane e, solitamente, vengono organizzate per l’occasione molte iniziative, spettacoli ed esibizioni. La tradizione più famosa è la cosiddetta “Danza del Leone”, rito in cui degli attori muovono a ritmo di musica dei leoni di diverse dimensioni, simboli di coraggio sicurezza.
La festa prosegue anche a tavola: in questi giorni lieti è tradizione cucinare il pesce, simbolo di speranza e fortuna, e i tipici involtini primavera accompagnati dai ravioli, simbolo di ricchezza, ma non può mancare neppure la torta di riso, di buon auspicio nel campo lavorativo.
Quest’anno i festeggiamenti sono iniziati il 5 febbraio, giorno in cui ha ufficialmente preso inizio l’anno dedicato al maiale, ultimo segno dello zodiaco cinese, che si caratterizza per il fatto di “donare” ai nati sotto questo segno caratteristiche di gentilezza, coraggio e generosità.
Il capodanno cinese, nonostante ci sembri qualcosa di molto distante da noi, sta prendendo piede anche in Europa e in Italia. Oltre alle nutrite comunità cinesi che popolano le nostre città e portano con sé la loro cultura e le loro tradizioni, sono moltissimi gli europei che ogni anno si lasciano affascinare da questo millenario rituale orientale.

Ancora una volta la città di Napoli conferma la sua natura estremamente cosmopolita e il suo amore per le culture differenti. Quest’anno, infatti, il 5 febbraio, il capodanno cinese, organizzato dall’Associazione “Ciao Cina” con il patrocinio del Comune di Napoli, si è festeggiato a Piazza del Gesù Nuovo, in pieno centro storico. A partire dal primo pomeriggio si sono susseguiti sul palco allestito per l’occasione numerosi performer, tra cui ballerini, cantanti, artisti e anche numerosi rappresentanti delle istituzioni cittadine.
Alle 17 in punto, mentre nel Paese del Sol Levante stava scattando la mezzanotte del nuovo anno, all’ombra dell’obelisco di Piazza del Gesù hanno brindato tutti insieme assistendo alla diretta televisiva del capodanno andato in onda sulla CCTV, la TV nazionale cinese.
È questo lo spirito giusto con cui i popoli possono realmente integrarsi. Comprendere le differenze e imparare a prendere il meglio di ciò che ogni cultura può offrire all’altra. Perché in fondo siamo tutti abitanti dello stesso pianeta e le differenze non possono che arricchire chi si avvicina all’altro con uno spirito curioso, senza dimenticare le proprie radici. E’ proprio il caso di dire…“Paese che vai, capodanno che trovi!”

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