
Come considerava Freud il rapporto tra uomo e società? A quali cause attribuiva le sofferenze e le frustrazioni degli uomini…?
Sigmund Freud (1856-1939) nel saggio “Il Disagio Della Civiltà”, si domanda da dove provenga l’infelicità degli uomini, esaminandone le cause interne ed esterne. Le tre fonti da cui proviene la nostra sofferenza sono: la forza soverchiante della natura, la fragilità del nostro corpo e l’inadeguatezza delle istituzioni. Secondo Freud, non riusciremo mai a dominare completamente la natura e il nostro organismo avrà sempre dei limitati poteri di adattamento e di produzione. Gran parte della nostra sofferenza va addossata alla cosiddetta civiltà e staremmo sicuramente meglio se ritornassimo a condizioni primitive di vita.
Quando l’uomo diventa nevrotico?
L’uomo diventa nevrotico quando è incapace di sopportare il peso della frustrazione che provoca la società, essendo costretto a servire i suoi ideali civili. Se questa frustrazione venisse eliminata o ridotta, tornerebbe la possibilità di essere felici.
Esigenza di libertà…
Anche la libertà ha subito delle limitazioni a causa dell’incivilimento e della giustizia e le restrizioni che ne derivano colpiscono proprio tutti, nessuno escluso. L’uomo difenderà sempre la sua esigenza di libertà individuale contro il volere della massa. Buona parte degli sforzi dell’umanità, infatti, consiste nel trovare un accomodamento vantaggioso tra le pretese individuali e quelle civili collettive; secondo Freud, questo è un problema centrale per l’uomo, il quale cerca con tutte le proprie forze di imporre la propria individualità.
Vita psichica e pulsioni
La vita psichica dell’uomo è caratterizzata da alcune forze, chiamate da Freud “pulsioni”, che spingono per trovare un soddisfacimento. La civiltà ha prodotto delle modificazioni nelle disposizioni pulsionali dell’uomo ed egli ha imparato a soddisfarsi seguendo altre vie. Ad esempio, la sublimazione è un segno particolarmente distintivo dell’incivilimento. Attraverso la sublimazione pulsionale, l’uomo riesce ad impiegare le proprie forze in attività considerate positive per la civiltà, come l’arte, la scienza, l’ideologia etc.
La rinuncia pulsionale
Nonostante esistano attività considerate civili, attraverso le quali è possibile soddisfare le proprie pulsioni, rimane sempre una sorta di “frustrazione civile”, che domina il campo delle relazioni sociali degli uomini. La civiltà è, infatti, costruita sulla rinuncia pulsionale e ha il presupposto del non soddisfacimento. Le frustrazioni di cui parla Freud riguardano sopratutto la vita sessuale. Secondo il lavoro psicoanalitico, le frustrazioni della vita sessuale non riescono a venire sopportate dai cosiddetti nevrotici.
Contrasto tra sessualità e civiltà
Il contrasto tra sessualità e civiltà deriva dal fatto che l’amore sessuale è un rapporto tra due persone, in cui un terzo può essere superfluo, mentre la civiltà di basa sui rapporti in gruppi. La coppia degli amanti basta a se stessa, non ha bisogno di altro per essere felice. La civiltà ha forti pretese, richiede ulteriori sforzi e fatiche all’uomo per permettergli la sopravvivenza. La vita sessuale non può bastare perchè la civiltà prevede che l’uomo apprezzi e coltivi le più alte attività psichiche, che siano intellettuali, scientifiche o artistiche.
La civiltà, inoltre, attribuisce alle idee una funzione di guida nella vita umana. Tra queste idee, il primo luogo spetta ai sistemi religiosi, seguono le speculazioni filosofiche e, infine, le formazioni ideali degli uomini.
La vita in comune
Un ulteriore carattere distintivo della società riguarda il modo in cui sono regolate le relazioni reciproche. La vita umana in comune è resa possibile se si afferma una maggioranza più forte di ogni singolo e tale da restare unita contro ogni singolo. Il potere dell’uomo viene, quindi, limitato a favore del… continua…
Dott.ssa Silvana Santospirito
Educatrice
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