Il Natale a Napoli: magia, poesia, passione.

Mancano davvero pochissimi giorni al Natale. Le luci si accendono, le vetrine si colorano di rosso. Fa freddo, ma tutto è magico. I bambini sono euforici, ammaliati dalle strade che diventano bellissimi palcoscenici su cui si stendono enormi tappeti di persone. Gli alberi sono splendenti e l’odore di castagne e di pioggia diventa piacevole e magico.

Si dice che Napoli sia la culla di tutti i rifiuti d’Europa. Si dice anche che Napoli sia intenzionalmente lasciata a sé stessa e che da Napoli fuggono i cervelli. È vero. I cervelli fuggono perché non c’è lavoro, non si punta sul futuro. Probabilmente non si riesce a puntare sul futuro perché il presente arranca, ma rimangono i cuori. E i cuori a Napoli battono tutti i giorni e tutte le notti. Battono i cuori di chi resta e l’eco dei cuori di chi va via. E più battono più abbattono e combattono le difficoltà. A volte, però, perdono e si nota quando un commerciante abbassa per sempre la saracinesca del suo negozio. Un lutto eterno.

Il Natale è magico nei quartieri. È lì che le tradizioni prendono forma e ritornano a vivere ogni anno nel periodo natalizio. A San Gregorio Armeno sono state accese le luminarie con gli inizi di Dicembre. Lì sopravvivono gli artisti napoletani che rendono sempre attuale una tradizione artistica centenaria. Stiamo parlando dell’ideazione e della creazione del Presepe napoletano. Sacro e profano, presente e passato, esistono perfettamente in una realtà simbiotica, energica, quasi perfetta. Gesù, il bue e l’asinello, convivono in un unico spazio con Berlusconi, Pavarotti, calciatori napoletani, Belen Rodriguez e Renzi.

Una visita d’obbligo è quella alla Chiesa di S. Lorenzo Maggiore, dove sono custoditi gusci di noce al cui interno sono ricostruiti minuscoli presepi. Ed ecco la magia di Napoli: da un guscio di noce esplode l’estro e nasce l’arte. “Core analfabeta” di Totó illumina le strade del quartiere Sanità. È vero, è un quartiere difficile, spesso associato alla camorra. Ma non è solo questo.

Come una fenice il quartiere risorge e splende ogni volta in cui un pasticciere raggiunge il suo obiettivo e si realizza. Un pizzaiolo viene riconosciuto in tutto il mondo. Si apre un bar che diventa punto d’incontro. Esatto, proprio nel quartiere Sanità. Lo stesso quartiere che probabilmente qualche giorno prima era in televisione, teatro di una giovane gang che spara a raffica e senza alcuna razionalità, risorge e risplende dai giudizi della gente che non sa, ogni volta che un turista passeggia per il quartiere, meravigliato di non vedere pistole e sparatorie, ma di leggere ed ammirare sulla sua testa, come delle stelle nel firmamento, una poesia, la poesia di un grande artista che il mondo ama e ammira.

Il mercato del pesce, alla vigilia di Natale, è una delle tradizioni più antiche a Napoli. È un’importante tradizione che va avanti da secoli con i napoletani che nella notte dell’antivigilia di Natale (il 23 dicembre) si recano presso questi mercati, non solo per acquistare il pezzo forte del menu del 24 Dicembre, ma anche solo con l’intento di visitarli. Tra i mercati del pesce più rinomati nel periodo natalizio è sicuramente presente il mercato di Porta Nolana, a due passi dalla stazione di Garibaldi e dal porto di Napoli.

Potremmo descrivere Napoli in ogni sua bellezza. Potremmo fermarci e scrivere per ore di un marciapiede di Napoli, di un angolo, di un vicoletto, di una finestra ornata dal bucato bianco e splendente (d’altronde è proprio a Napoli che esiste ed è riconosciuta in tutto il mondo una delle finestre più romantiche, protagonista di una canzone che tutti conoscono: A Fenstella e Marechiaro).

Ogni particolare è una storia bellissima di Napoli. Ma non avremmo tempo, spazio giusto, e giuste parole per soffermarci su tutto. Per questo motivo bisogna viverla, mangiarla, odorarla, specialmente in questo periodo unico, magico e caratteristico come il Natale. Perché è proprio vero il detto: “Vir Napule e po muor“.

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