Isteria: una questione ancora attuale. Da Lara Croft alle sorelle Rodriguez

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Il termine “Isteria“, oggi, è scomparso dai manuali diagnostici; ciò non vuol dire che non esiste più l’isteria o che non ci siano più isteriche, ma semplicemente che l’isteria sia evoluta, cambiata e che oggi abbia assunto nuove forme forse non più clinicamente apprezzabili.
La parola isteria è un termine che è sempre stato presente nella comunità scientifica e sociale. Il primo a parlarne fu Ippocrate nel IV secolo A.C., descrivendo casi di donne che manifestavano difficoltà respiratorie, crisi epilettiche e mancamenti ricondotti alla posizione dell’utero e all’astinenza sessuale.
Anche Sant’Agostino, che non parlò di isteria, nei suoi scritti descrisse manifestazioni riconducibili all’isteria ed i relativi “trattamenti” dell’epoca; anche Egli poneva l’attenzione sul discorso sessuale.
Freud, grazie all’isteria, ha scoperto un universo totalmente nuovo e mai esplorato – l’Inconscio – sviluppando un metodo per sondarlo: la Psicoanalisi. Per il medico Viennese le manifestazioni isteriche come le crisi epilettiche, i mancamenti, le paralisi temporanee, erano ricondotte tutte ad un desiderio sessuale proibito e rimosso che tornava ad attualizzarsi nelle crisi descritte in tutti i suoi casi.
Nella società contemporanea, dove la sessualità è vissuta con più leggerezza e talvolta ostentata per ottenere consensi popolari, audience e guadagni, il desiderio sessuale non è più così interdetto, indicibile, inattuabile, ma risulta essere alla portata; ecco come tutte le manifestazioni isteriche descritte nelle epoche passate cessano di esistere o meglio non hanno più motivo di manifestarsi essendo il desiderio, ora, alla portata sia di una possibile attuazione sia di un possibile essere detto.
L’isterica, dunque, oggi non è più nelle stanze del Gruppo ospedaliero de la Pitié-Salpêtrière ove Freud studiò l’isteria, ma altrove. La possiamo trovare nei salotti televisivi, nell’immaginario collettivo.
Lo psicoanalista francese Jacques Lacan, parlando dell’isterica, pose l’accento sulla forma del desiderio dell’isterica notando che ella punta a causare il desiderio nell’altro, l’isterica si fa desiderare, si fa catturare dal fatto di catturare, si interessa di chi la guarda, non guarda chi le interessa, ma è catturata dal fatto di essere guardata, di essere desiderata. Come se il loro essere coincidesse con l’essere desiderate. Dunque nel far desiderare l’Altro al posto di interrogare il proprio desiderio.
Da qui possiamo capire come l’isterica si possa ritrovare in un programma televisivo popolare nel concedersi ad una fellatio in diretta nazionale.
Il porsi come causa del desiderio e la relativa impossibilità a interrogare il proprio, mostra l’effettiva incapacità di adempiere a relazioni stabili mostrando come l’isterica, oggi, sia in quei personaggi idolatrati che cambiano repentinamente compagni di vita suscitando l’approvazione della comunità.
L’isterica oggi, quindi, è divenuta un soggetto di potere perché riesce ad ottenere il consenso in quanto le convenzioni sociali sono cambiate; ciò che era ritenuto un tempo condannabile, è passato poi ad essere accettabile fino ad oggi che è apprezzato.
Tant’è che nella nostra società ritroviamo nuove forme di femminile caratterizzate da donne armate pronte a sparare, a penetrare, che godono di stima, approvazione ed emulazione come il noto personaggio dei videogiochi Lara Croft, una donna di forza che ha un continuo “saperci fare“, restando comunque nella posizione dell’essere goduta per le sue mirabolanti imprese, per le capacità impressionanti, per il suo essere schiva e lontana dalla costruzione di veri rapporti.
Cambiando i costumi della società, l’isteria oggi non soffre più di crisi, apnee o paralisi, quell’insieme di sintomi forse oggi sono stati debellati, o andati altrove, grazie al cambiamento dei valori sociali: ciò che un tempo era vergognoso, scandaloso ed indicibile, oggi è apprezzato, idolatrato, imitato. La caduta di alcuni tabù e l’osannare determinati comportamenti ha permesso all’isterica di liberarsi dai camici e dalle camere d’ospedale e di esser incatenata al divano di un talk show.

dott. Gerardo Ippolito
Psicologo, Psicoterapeuta
gerardoippolito@gmail.com

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