Juventus 4 – Napoli 3

La premessa è d’obbligo. Questa rubrica nasce con l’intento di dar voce all’impeto nostalgico del tifoso di una volta, quello ancora incontaminato da internet e dalla bagarre dei social media in cui tutti, e dico tutti, vogliono dir la loro issandosi ad esperti del settore in maniera arrogante, spocchiosa e, soprattutto, ingiustificata.

Vogliamo provare a far riecheggiare la voce del tifoso da bar anni ’80, senza quel bisogno di addentrarci in analisi tecniche, statistiche e facili commenti intrisi di “se” e di “ma” che dopo il triplice fischio valgono quanto una forchetta nel brodo. Parleremo del nostro Napoli in chiave sentimentale, unicamente da tifosi che mettono in parola le emozioni che ci scorrono addosso in ogni post-partita. Ovviamente senza censura. Vabbè, quasi! Perché a due giorni da sabato ancora impreco e avverto tutti i sintomi dell’ipertensione arteriosa. Novanta minuti in cui ho cambiato umore più volte di una donna in gravidanza. Ho provato totale delusione nel vedere la mia squadra annichilita nel gioco e nella fisicità dagli avversari; impotenza contro il volere divino nell’azione del vantaggio bianconero in cui si sono incanalati una serie di eventi a loro favore talmente alla perfezione che nemmeno vincere la schedina con Danilo primo marcatore a 300.00 avrebbe alleviato lo sconforto. Ho provato gioia, una, due, tre volte, fino a quasi impazzire incredulo per l’impresa impossibile fino poi però a restare di sasso sullo sgabello in birreria dove sono solito vedere la partita. Troppe emozioni che sanno di rodaggio e di forma lontanissima. Molte cose ancora non vanno e basterebbero i sette gol subiti in due partite a riassumerlo. Ma ho promesso di soffermarmi sulle emozioni e così farò. Quindi forse non serviva acquistare uno dei migliori difensori che il mercato offriva se il migliore di tutti già ce l’avevi. Manolas è bravo, ma io credo che Koulibaly abbia bisogno di un bel po’ di tempo per abituarsi al fatto che il 31 non gli sia più accanto.

Quella di Torino non è sembrata la miglior formazione schierabile da Ancelotti, ma chi sono io per dirlo?! Il Mister è tra i più vincenti di sempre, ma a me manca il Comandante, la sua idea di gioco e quella bellissima sensazione che ogni tifoso agognerà sempre: quella che il pallone lo teniamo noi e che ti segniamo quando vogliamo chiunque tu sia. Ma queste sono cose mie.

Ciò che appare evidente invece ai più è che alla squadra manchi di certo cattiveria agonistica e personalità. Tanta personalità. In campo e non solo. A tal proposito la fascia di capitano non credo sia cinta sul braccio dell’uomo giusto e di questo, da tifoso e da napoletano, ne sono più che convinto. Ma sono anche convinto che siamo un’ottima squadra e che faremo la nostra porca figura anche quest’anno nonostante un’Inter in più da fronteggiare.

Domenica non si gioca per l’odiatissima sosta che ci costringerà tutti in un centro commerciale con mogli e fidanzate, ma consoliamoci pensando che due settimane serviranno alla squadra per essere più squadra e magari a Di Francesco per preparare i bagagli dopo la terza…. vabbè avete capito. La scaramanzia prima di tutto.

Roberto Intermoia

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