LA RIVINCITA DI GOLIA: LA MODIFICA UNILATERALE DEL PIANO TARIFFARIO.

L’epica sfida tra il gigante dei filistei e l’esile pastore ebreo segue, oggi, una trama inedita, lasciando inerme il comune consumatore di fronte all’ultima trovata dei colossi telefonici.

Va, ormai, di moda tra le maggiori aziende fornitrici di servizi di telefonia la modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, profittando dello spazio concesso dal codice delle comunicazioni elettroniche.

Le manovre delle compagnie telefoniche traghettano puntualmente gli utenti verso condizioni meno favorevoli, a tutela dei quali viene unicamente concesso un blando diritto alla “notifica” del cambio unilaterale; basta che sia un banale SMS a raggiungere gli utenti, almeno almeno 30 gg prima del “cambio di rotta” e la normativa è rispettata, senza diritto di replica. Uno “specchietto per le allodole” che altro non dà agli utenti se non l’illusione di essere padroni del loro fatturato telefonico. Appunto, una mera illusione! basta solo paventare la possibilità di recedere dal contratto senza penali per consentire a Golia di calpestare Davide!

Grande consolazione poter recedere dal contatto senza costi aggiuntivi e senza penali…. ma chi ha previsto questa (pseudo) forma di tutela è a conoscenza della circostanza che, per l’attivazione di un nuovo contratto, generalmente la nuova compagnia richiede dei costi variabili dai 15 ai 25 euro?

Solo per dovere di cronaca, di seguito la storia di chi scrive, un Davide qualsiasi nelle mani di Golia.

Attratta da questa pubblicità la scrivente decide il 19 giugno u.s. di aderire alla proposta vodafone di cui sopra e, pertanto, essendo cliente Tim, sottoscrive con la Vodafone un contratto che avrebbe dovuto prevedere al costo di 10 euro mensili, 1000 minuti e 30 giga di navigazione.

Sulla scia di una rassicurazione (ingenuamente richiesta sola in forma verbale) che detta offerta sarebbe stata per sempre e senza costi aggiuntivi, si perfezionò la sottoscrizione del passaggio di gestore al costo di attivazione di 25 euro. Troppo bello per essere vero e, infatti, il 20 luglio, dopo soltanto un mese dall’attivazione del contratto, arriva il “solito“ sms di Vodafone in cui viene comunicato, senza appello, che dal 3 agosto sarebbe entrata in vigore (unilateralmente inutile pure specificarlo!) il nuovo piano tariffario. L’offerta avrebbe previsto non più 1000 minuti bensì minuti illimitati, originando, dal 3 settembre, un costo mensile dell’ opzione di euro 11,99… quindi, a conti fatti, calcolatrice alla mano, la Vodafone ha “calato dall’alto” un rincaro rispetto al prezzo iniziale di quasi il 20%!!!!!

Si, è vero, a fronte di questo aumento l’utente avrebbe usufruito di minuti illimitati, trattasi però di una magra consolazione per chi, come la scrivente, mediamente appena sfiora i 500 minuti mensili. La scelta, di appena un mese prima, del piano tariffario cui aderire, pertanto, era stata tutt’altro che casuale avendo scelto, a pacchetto, abbondanti 1000 minuti mensili!

La Vodafone, tuttavia, ha ben pensato di stimolare la mia “chiacchiera telefonica“, imponendomi il costo di un traffico illimitato di cui mai avrei goduto! Anche la Vodafone, dunque si è mossa nei confini dello spazio di manovra tracciato, a sua favore, dalla normativa vigente ed in uno slancio di generosa magnanimità, offre ai suoi clienti “unilateralmente coinvolti nel cambio tariffario“, la possibilità di recedere dal contratto senza penali… ma, di grazia, all’importo pagato pari a 25 euro per aderire, ripeto appena un mese prima, ad un piano tariffario quasi da subito variato, chi pensa? Chi lo rimborsa?

Ma è davvero possibile che venga concessa a questi operatori di poter modificare unilateralmente le condizioni contrattuali senza alcun limite di tempo, di modo e senza motivazione alcuna?

Intanto, le modifiche delle condizioni sembra che valgano solo per i clienti Vodafone, vecchi e nuovi, considerato che in rete girano pubblicità in cui la società pur di procacciarsi nuovi clienti offre, condizioni mensili privilegiate.

La rabbia di chi scrive, ovviamente, non è nell’aumento mensile in sé, ma nella sensazione di assoluta impotenza di fronte a questi giganti nazionali ed all’immenso potere loro attribuito nei confronti di noi consumatori, che ormai altro non siamo che pedine senza facoltà di scelta, senza capacità di discernimento. Sembra proprio che, questa volta, Golia abbia inesorabilmente sconfitto Davide!

Ma Davide non si arrenderà…

Paola Poggiano

 

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