“Quando avete un problema e contate sulla classe politica per risolverlo, voi avete due problemi.
Perché non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato”
(Albert Einstein)
Una frase molto attinente alla realtà che, da sola, ancora oggi ben rappresenta uno dei “guasti” principali della politica nostrana.
Ecco perché non esiste altra strada per determinare una prospettiva di positivo cambiamento che non sia quella del coinvolgimento democratico dei cittadini.
Coinvolgimento che non può essere riassunto nella sola , seppur fondamentale, partecipazione al voto.
La capacità di analizzare i fatti, elaborarli, approfondirli e farli culminare in idee capaci di offrire ipotesi di soluzione, è propria del nostro cervello se ” attivato” e stimolato dal nostro essere parte di una comunità.
Costruire un paese migliore è un dovere al quale tutti dovremmo sentirci legati.
Per dare senso e rispetto alla vita di ognuno e dare un futuro alle nuove generazioni.
“Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”
San Francesco di Assisi
Il cittadino può delegare, non occuparsi di politica. Il problema è che la politica si occuperà comunque del cittadino dando, magari, risposte sbagliate a problemi veri.
In questo solco si inserisce il finto buonismo che, come abbiamo già analizzato in un precedente articolo sul merito e l’insegnamento, nasconde l’incapacita della politica di affrontare temi complessi e spigolosi.
Serve una Rivoluzione Copernicana particolarmente nel Sud del Paese che alla logica assistenziale sostituisca quella della dignità del lavoro, metta al centro i diritti e la funzionalità dei servizi pubblici Quanto esposto è fondamentale affinché si creino le condizioni per abbandonare lo sconforto legato all’ineluttabilità del destino per profondere, invece, energie per un positivo cambiamento. Copernico, ha dimostrato che è la terra a ruotare intorno al sole e non viceversa ( sistema eliocentrico), ribaltando l’assunto Tolemaico.
Questo ha prodotto uno scossone enorme al sistema di potere dominante, del quale venivamo messe in discussione le stesse fondamenta.
Da Copernico si è giunti con Emmanuel Kant alla visione di un uomo che non subisce passivamente la natura e il suo disegno, ma pone alla stessa le sue domande dentro un disegno prestabilito.
Quindi non osservazioni fatte a caso, ma da incardinare dentro una visione, un progetto.
Solo così si può pensare di superare lo Status Quo e portare il mezzogiorno ad esprimere le proprie inespresse potenzialità .Qualche esempio di portata molto popolare possiamo persino prenderlo dal mondo del calcio.
Gli scudetti del Napoli ebbero la loro genesi nella capacità di un grande Manager illuminato di credere che anche a Napoli si potesse e dovesse puntare su organizzazione, professionalità e lavoro: Italo Allodi.
Ai giorni nostri abbiamo di nuovo una squadra che diventa punto di riferimento per organizzazione e capacità di produrre risultati.
Essa nasce dalla capacità di non adattarsi allo Status Quo, ma di fare scelte che stanno dentro una visione, dentro un progetto.
A tutti piace esaltarsi per i risultati, ben pochi avrebbero scelto la difficile Rivoluzione Copernicana del cambiamento rispetto a scelte comode per semplicità o coinvolgimento affettivo.
Pensate a questa metodologia applicata per esempio nelle Politiche Agricole. Con un progetto si potrebbe fare un salto di qualità, mettendo al centro l’azienda agricola e non le intermediazioni.
Lo Stato potrebbe essere a fianco e a sostegno. di quanti coltivano la terra o allevano. Dargli un quadro di riferimento e ridare interesse e vitalità al nostro sistema agro alimentare, floro vivaistico, all’apicoltura, ecc.
“Senza pietà la giustizia diventa crudeltà. E la misericordia senza giustizia è debolezza.”
(Metastasio)
La giustizia risiede anche e soprattutto nel rispetto della dignità del lavoro, nel renderlo il tassello nel quale si muove una comunità.
Una comunità che da a tutti i suoi componenti pari possibilità di crescere e scoprire le proprie capacità Uno Stato che offre opzioni di vita, che non abbandona i suoi cittadini ma li sostiene ( senza assistenzialismo) nel sentirsi parte di un insieme con chiari ed esercitabili Diritti e Doveri .Il Welfare deve essere, invece, funzionale e mirato al superamento di emarginazione e povertà.
Può sembrare tutto un utopia: anche superare il sistema Tolemaico sembrava utopia.
È stato difficile per i Copernico, Galileo, Torricelli, Newton, superare pregiudizi e convenienze del sistema di potere .Eppure, oggi la Fisica parte dai loro assunti.
Allo stesso modo la crescita culturale e la consapevolezza di avere tutti una responsabilità collettiva, può portarci a cambiare ciò che sembra immutabile ( e che conduce al baratro).
Per il Sud del Paese il cambiamento non può essere rinviato ( è un ritardo di decenni) e deve partire dall’accettare come una grande opportunità e non come un fardello, la sfida di confrontarsi (in autonomia )con le regioni del Nord e le grandi realtà Europee.
La città partenopea non può restare sempre prigioniera del contesto sociale così ben descritto da.quel grandissimo drammaturgo di Eduardo in Napoli Milionaria.
Da questo assunto uno Stato serio non sfugge al problema scaricandolo sui cittadini, lo governa anche con scelte difficili ma che servano alla crescita della comunità .
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