Più volte si è tentato di creare elementi di riflessione sui motivi sociologici e culturali che zavorrano il meridione del paese. Un tentativo laico e senza ricerca di alibi, che mettesse a nudo la realtà e la sua visione di contesto.
Tutto ciò senza la presunzione di voler affrontare una discussione salottiera tra dotti professionisti del sapere. Il tentativo è l’esatto contrario: non affidare al fato o un’élite di sapienti la ricerca di soluzioni, ma porsi domande ed essere attori che partecipano a modificare in meglio lo status quo. L’arte di arrangiarsi, di pensare che la piccola e grande furbizia siano una dote del popolo meridionale sono, invece, un disvalore. Rappresentano l’alveo dove si costruisce il consenso politico legato all’assistenzialismo che per fatto insito non prevede il riscatto sociale e culturale Non prevede l’autonomia di pensiero di una comunità, l’autodeterminazione, la ricerca delle regole nel vivere comune. L’assistenzialismo ripropone in un moto perpetuo la morte del diritto e la legge della sopraffazione. A questo stato delle cose, allora, tutto è demandato alla ragione, alla capacità di analizzare la realtà, alla costruzione di una diversa visione economica, sociologica e politica?
No, perché una comunità oltre a comprendere il percorso storico, cerca una propria anima. “I due giorni più importanti della tua vita sono quando nasci e quando capisci il perché sei nato“
Mark Twain
In questi anni la bellissima frase su riportata è stata rappresentata dal modernismo nella sua degenerazione: la ricerca spasmodica del proprio utilitarismo a discapito di chiunque.
Ecco che la spiritualità, l’essenza della frase di Twain viene trasfigurata dal consumismo ed egoismo sfrenato; quindi, un recupero della spiritualità nel nostro affanno quotidiano è essenziale.
Non quanto facile scorciatoia per sfuggire alla realtà e invocare miracolistici interventi.
La spiritualità che proviamo a descrivere nulla ha da spartire con la speranza.
Di per sé la speranza è l’ultima via quando la ragione (la realtà) non ci può aiutare. È l’abbandono della lotta, del proprio posto, della ricerca di cambiare le cose attraverso impegno e ragione.
“Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente“
Sant’Agostino
Nella spiritualità della ragione, della ricerca del senso di una comunità vi è anche l’emancipazione della. La fine delle ideologie in politica ha prodotto la vittoria degli egoismi e l’affermazione della parte più retriva del capitalismo.
La spiritualità che ricerchiamo in queste brevi considerazioni è l’antidoto all’individualismo sfrenato, è la ricerca nella propria interiorità del senso del bene comune, del proprio ruolo nella crescita collettiva. Forse anche la malinconia del tempo passato, del suo scorrere senza che un avanzamento tecnologico si trasformasse in un avanzamento sociale e culturale. Si può rimpiangere il passato non solo perché tempo oramai di proprietà della morte, perché si è anziani ma, anche, perché il suo scorrere non ha mutato le condizioni negative ed anzi ha soppresso un idea di solidarietà (anche popolare) per sostituirla con la sola ricerca della propria affermazione.
Un deserto dell’anima dove i migliori cervelli, quelli che non hanno scampo nel terreno della furbizia, della clientela sono costretti a emigrare.
Un terreno dove la cattiva politica mette in contrapposizione volontariamente l’eguaglianza con il merito.
Un terreno dove la sinistra ha perso la propria identità. Il vecchio mondo sta morendo, quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.
A. Gramsci
La spiritualità, quindi, comprende anche la malinconia che, però, non può essere il piagnisteo del derelitto bensì, il lascito dell’esperienza al mondo nuovo. Un misto di eventi, idee, emozioni interamente vissute con errori e grandi aspettative, un resoconto finale che ci porta alla caducità di tutte le nostre cose eppure alla loro eterna trasformazione attraverso il confronto avvenuto nel vivere il nostro ruolo sociale.
Persino la malinconia di un amore vissuto con tutto noi stessi, sin dentro alla sua gioia come alla sua drammaticità che divide ciò che sembrava un unicum, può dare un aiuto nella nostra ricerca della spiritualità collettiva poiché ci aiuta a comprendere perché siamo nati.
“Ogni movimento rivoluzionario è romantico per definizione.“
A Gramsci
“Lasciatemi dire, a costo di sembrare ridicolo, che il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d’amore.“
Ernesto Guevara
In questo caso il Romanticismo rappresenta un valore senza il quale non ha senso vivere. Per questo la ragione senza spiritualità diviene calcolo, la modernità senza profonde radici storiche diviene una foglia al soldo del vento della convenienza del più forte e della casta dominante.
Già, non più una lotta di classe ma addirittura uno scontro tra caste. Cosa c’è di più regressivo, di più medievale, di più divisivo tra aspettative e realtà?
In un clima regressivo generale dove il sovranismo, il populismo, la demagogia non sono un’invenzione in salsa italica, ma il vaso dove tutti i paesi traggono a piene mani, il sud resta sempre più prigioniero della propria arretratezza culturale e sociale.
Chissà perché ogni qualvolta vengono rese pubbliche le classifiche relative alla vivibilità delle città ci si meraviglia e scandalizza che il sud occupi le posizioni da reietto.
Eppure basterebbe viverci (non nelle ricche case barricati all’interno), oppure viaggiare seppure per qualche giorno per non aver bisogno di alcuna classifica.
Il “ringhiare” della politica nel leggere i giudizi dettati dalle classiche, il loro difendere le popolazioni da presunte offese, null’altro è che il non voler ammettere il fallimento della politica stessa.
La crescita culturale non è semplice seppur ardua conoscenza del sapere, è la capacità di proiettare il nostro pensiero nell’affrontare i limiti e i drammi della società.
La nostra spiritualità è indispensabile per ricercare i propri valori, per ricercare se stessi e da lì contribuire al positivo cambiamento della realtà.
“Eppure gli uomini vanno ad ammirare le vette dei monti, le onde enormi del mare, le correnti amplissime dei fiumi, la circonferenza dell’oceano, le orbite degli astri, mentre trascurano se stessi.“
Sant’Agostino
Forse tornare a riflettere, a ricercare se stessi, è l’unica strada razionale che coniuga illuminismo e spiritualità (compreso lo storicismo), porta dal vivere egoistico al vivere verso una meta dove il proprio ruolo comprende oltre al proprio avanzamento quello sociale e culturale della comunità.
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