Il matrimonio di Harry e Megan – By Fashiondea

L’idea della principessa della porta accanto, della sobrietà che per molti è l’equivalente della classe (attenzione vi prego, è questo soltanto un aspetto che troppo spesso diventa il perenne rifugio dei poveri di stile), dell’abbattimento delle classi sociali (e anche qui, perdonatemi ‘sto concetto non l’ho inventato io, ma santoiddio, addonati che ti stai sposando il nipote della regina Elisabetta), è un’emerita, colossale str****ta.
Lady Diana era la principessa del popolo.
Unica.
Assoluta.
Classe, stile, etc. etc. etc. 
Lei poteva.
Punto.
Poteva, eppure si sparò il vestito da Barbie milleeunanotte, e amen.
Poi ci fu il tempo per le rivoluzioni.
Adesso mi domando se tutta questa tendenza a “in fondo sono una ragazza come un’altra e sticaxxi”, altro non sia che l’ennesimo tentativo di attirarsi benevolenza, clamore e amore dell’intero popolo britannico e non solo.
Allora, l’abito monacale, ma di Givenchy.
Il velo discreto, ma con la tiara di nonna Betty.
E tutti ad applaudire all’eleganza, alla classe, alla raffinatezza e che due palle.
E no, così è troppo facile.
Io sogno una principessa con la puzza sotto al naso.
Una che abbia coraggio.
Una che si accorga che sotto 100 materassi ci sia uno stupido infinitesimo pisello.
Una che indossi un abito che mi faccia sospirare. 
Che incanti le folle.
Che trasudi lo splendore della magnificenza, e che sì, fosse solo anche per un attimo mi darà l’illusione di vivere la favola.
Che sia REGALE insomma, perché di robe DITUTTIGIORNI ne abbiamo abbastanza le scatole piene.
Non so voi, ma io di sicuro.
Daje.
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