Napoli – Brescia 2 – 1

Ieri è mancato davvero poco che mi si chiudesse lo stomaco come mercoledì col Cagliari. Solo che ieri era domenica e c’era la pasta al forno di mia suocera ad attendermi.

Avevo un bel po’ da perdere questa volta. Ma con i tre punti in tasca e lo stomaco pieno per il bis reclamato a tavola ho potuto rivedere le immagini e buttare giù qualche analisi dilettantistica in piena serenità digestiva. È stato un Napoli dai due volti, disteso e convincente nel primo tempo, contratto ed impaurito nel secondo.

Abbiamo reagito al primo sussulto della mediocre compagine bresciana da squadra qualunque, dimenticando in un attimo, dopo il gol giustamente annullato a Tonali, chi fosse di casa al San Paolo. D’improvviso abbiamo smesso di giocare, eravamo pesanti sulle gambe e quasi sembrava che l’unica cosa che contasse fosse quella di allontanare il pallone dalla nostra area. Solo che mancavano ancora quaranta minuti, non quattro. E così, è risaputo, il gol prima o poi lo prendi e Balotelli ha confermato la teoria.

Il dopo è stato ancora peggio, era un Napoli irriconoscibile, era una squadra intrisa di paura, remissivo al pari di un pugile qualsiasi tra i pugni di Tyson.

Siamo passati ad un possesso palla del 48% rispetto al 61% del primo tempo; abbiamo concesso ben 5 angoli, ci siamo chiusi in area che nemmeno con i campioni d’Europa ci siamo immaginati di farlo. Siamo fragili, ma su tutto siamo ancora privi di una chiara identità, come invece già appare avere la nuova Inter di Conte. Le potenzialità ci sono tutte ma è giunta l’ora di ottimizzarle e canalizzarle verso il modulo che più riesca ad esaltare i valori della rosa.

Chi mi legge ormai è stufo di sentirmi dire che il turnover lo odio, però deve convenire che forse si sta davvero esagerando. I portieri ruotano in pratica ad ogni partita, così come i terzini e la coppia d’attacco. E ora abbiamo iniziato a cambiare anche modulo, mandando in piena confusione i centrocampisti, in particolar modo Zielinski, che già di suo tende ad esserlo, e Ruiz che in sei partite ha già giocato a destra, al centro e perfino dietro la punta.

Io non so cosa provino in allenamento il Mister e suo figlio né in che modo analizzino e studino moduli e tattiche, ma credo che qualcosa vada assolutamente rivisto, perché iniziano a ricordarmi mio fratello Livio quando prova ad organizzare la settimana di lavoro e gestione dei tre figli, tra scuola, calcetto, minibasket e catechismo. In che senso? Che sta tutt’ confus.. come si dice dalle mie parti!

Roberto Intermoia

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