ROBERTO VECCHIONI in “La Vita che verrà”

Un viaggio tra mitologia e umanità

Giovedì 22 marzo, per la seconda serata del Festival Mann, si è esibito Roberto Vecchioni.

Il cantautore italiano sin da subito si dichiara onorato di cantare nel Museo Archeologico di Napoli, luogo che “dona senso a quello che dici e che esprime la meraviglia dell’antico“.

Vecchioni ha introdotto le sue canzoni con monologhi sulla felicità, l’importanza dell’amore, il tempo e varie riflessioni sulla vita. Temi sviluppati nel suo ultimo libro che dà il titolo al concerto.

Questa è una serata di felicità, la felicità è correre ed avere sempre voglia di qualcosa che cambia che si rinnova, non l’impazienza del tecnicismo” sostiene il cantautore, invitando tutti ad essere più umani e vivere di emozioni vere, di essere meno vincolati al mondo virtuale. Ed ecco le note di Bandolero stanco.

Con La mia ragazza Vecchioni introduce un’emozionate elogio alla donna. Per l’artista la donna è amore. “Una donna ha la bellezza della vita che cambia e la capacità di custodirla“. Dedica a tutte le donna mature Le mie ragazze.

Dalla donna all’amore fino a parlare dell’importanza dei figli per un padre, cantando Le rose blu Figlia. Con quest’ultimo brano Vecchioni, in chiave umoristica, ritorna ad invitare il suo pubblico a guarire dalla mania di Internet. “Quando dico la frase vorranno la foto col sorriso deficiente prevenivo tutto il mondo di Internet e la mania di farsi i book“. Inizia una vera e propria invettiva contro l’esposizione sui social delle parti del corpo, attacca la superficialità del mondo virtuale ed invita ad esporre di più l’anima. Canta Vorrei e Dentro agli occhi.

Prosegue con Due mamme e Le lettere d’amore per poi introdurre il tema del mito.

Per Vecchioni il mito è la vita stessa. “Il mito è il mistero che abbiamo dentro“. Il mito sta nella paura della morte e come superarla. Spiega quindi il Mito di Orfeo ed Euridice e la sua interpretazione che vede Orfeo eroe del futuro. Canta quindi Euridice.

Il professore, dopo aver elogiato il coraggio di Orfeo, si rivolge ai giovani e in particolar modo ai giovani del sud invogliandoli a non arrendersi e a continuare a sognare con il brano Sogna ragazzo sogna.

Richiamando la gioventù canta il brano dedicato alla madre Dimentica una cosa al giorno.

Infine sembra concludere il concerto con il brano vincitore di Sanremo 2011 Chiamami ancora amore.

Le luci sul palco si spengono il pubblico inizia ad alzarsi, ma Vecchioni ed i suoi musicisti riaccendono il palco per una meravigliosa versione di Reginella seguita da Luci a San Siro. Il concerto termina con Samarcanda, il pubblico, ormai già in piedi, si dirige sotto il palco per ballare insieme agli artisti della serata.

Come a festeggiare l’umanità tanto celebrata in concerto.

Marina Palumbo

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