UN NAPOLETANO

Al giorno d’oggi è sempre più semplice incappare in articoli che riguardano il Regno delle Due Sicilie, i suoi fasti e le angherie subite dai meridionali che ancora oggi ne portano gli strascichi.

Uno stato ricchissimo, invaso, depredato ed una popolazione sterminata.

La storia, si sa, la scrivono i vincitori ad uso e consumo loro, pertanto, la vera verità ha difficoltà a venire fuori, ma lenta ed inesorabile ormai si sta affermando.

Ecco, ora il problema principale è capire cosa i napoletani siano stati, cosa sono e non quello che vogliono far credere che siano.

E’ dal 1860, anno dell’invasione, che quotidianamente si dipingono come dei buoni a nulla, gente che non ha voglia di lavorare, disordinata, indisciplinata, ladra, imbrogliona e chi più ne ha più ne metta; tutto ciò, nel passare degli anni, con la complicità di media che, asserviti al potere, amplificano enormemente ogni problematica riguardante la gente del sud ed in particolare Napoli.

I problemi certamente esistono come anche a Milano, Torino, Genova, Roma ecc. solo che una notizia che riguarda Napoli, su un giornale diventa un libro; viene passata più volte in tv e sui giornali per giorni interi, facendo subito dimenticare dell’esistenza di reali cancri presenti altrove quali, per esempio, mafia capitale o la corruzione dell’expo di Milano. A Milano le baby gang hanno tagliato con un machete un braccio ad un verificatore dei biglietti del treno o ucciso di botte un tassista, si però a Napoli….

Se cresci un figlio ed ogni giorno gli dici che è un buono a nulla ed uno stupido, alla fine quando sarà grande sarà pienamente convinto di esserlo. Ecco questo è quanto puntualmente fa la maggioranza dei media, a Napoli non funziona nulla, c’è solo delinquenza, condizionando le menti permeabili, instaurando in essi una latente convinzione che sia vero. Complice di tutto questo è anche la scuola che dovrebbe instillare nella mentalità dei giovani l’orgoglio di un’appartenenza ad un popolo unico al mondo per tradizione, storia, cultura e mentalità, senza dimenticare la maestosità delle bellezze naturali e le eccellenze presenti sul territorio.

Fortunatamente non è cosi. Malgrado negli anni ci abbiano ridotto alla fame, riducendoci i finanziamenti, dirottando la maggior parte di essi alle regioni del nord, andiamo avanti anche nelle cose più piccole autofinanziandoci per comprare la carta che manca negli uffici per le copie, la garza negli ospedali, ecc ecc; cose che, se accadessero in altre città, queste si sarebbero già fermate da tempo. Nonostante tutto vi sono eccellenze che ci vengono riconosciute fuori dall’Italia, mai dal nostro Stato. Abbiamo ospedali che a dispetto di tutto funzionano alla grande con grosse professionalità; intelligenze che sono apprezzate nel modo intero, persone che giorno dopo giorno offrono il massimo, in ogni campo, senza contare quello che rappresentiamo nel campo della cultura, dell’arte e delle ricchezze artistiche e paesaggistiche. Tutto questo, però, non può e non deve emergere o, meglio, non deve avere la giusta risonanza. Il napoletano deve essere un derelitto e di questo dobbiamo fargliene fare una convinzione. Che Napoli venga quotidianamente, ingiustamente screditata agli occhi del mondo intero, ormai, è un fatto risaputo; quello che stupisce è che tale gioco al massacro parta proprio dal nostro paese senza che nessuno dica o faccia nulla.

Quello che noi dobbiamo cercare di capire bene, prendendone definitivamente coscienza, è che non siamo secondi a nessuno, anzi….

Forse aveva ragione lo scrittore Raffaele La Capria quando diceva che  “il vero problema di Napoli è l’Italia e grande fu Sophia Loren quando a seguito di un’intervista da parte di una TV americana, alla domanda se fosse italiana, rispose “no napoletana” ed ancora, incalzata dalla giornalista sul significato di quella risposta, disse “E’ TUTTA N’ATA  COSA“…

Pasquale Rovito

 

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