A Forcella una targa nascosta ricca di storia

Può capitare di passeggiare per le strade del centro storico di Napoli, può capitare di lasciarti trasportare dalla curiosità di luci e negozi, di canzoni e di profumi. Può capitare di percorrere Forcella, ed è li che ti consigliamo di alzare un attimo lo sguardo su una targa, probabilmente già incontrata precedentemente, ma su cui non abbiamo mai focalizzato la nostra attenzione. Napoli nasconde storie, spesso viene detto così, ma Napoli le storie te le pone dinanzi e a volte semplicemente non dedichi il giusto tempo per viverle, assaporarle. Napoli non è una città dell’oggi, quell’oggi troppo frenetico, quello in cui i particolari lasciano spazio all’essenziale che non è capace di fare la differenza, ma che omologa. Ma Napoli non si omologa, i suoi particolari li custodisce e li regala a chi è capace di allontanarsi dall’oggi ed entrare in un tempo scandito solo da questa città, un tempo unico.

Allora in questo articolo proveremo a nascondere con il velo della curiosità tutti i nostri orologi e a seguire le lancette di un nuovo tempo, di un mondo parallelo al nostro in cui Napoli ci racconta di un uomo nesto, di umili origini e di abitudini tranquille, che aveva una bottega di riparazione delle scarpe all’altezza della strada San Nicolò di Caserta (che oggi è San Nicola dei Caserti).

Conduceva una vita semplice, era buono e generoso. Il commerciante amava suonare il violino durante il tempo libero. Una attività che diventò il pretesto per le lamentele dei suoi vicini di casa, persone benestanti, che non riuscivano a sopportare la serenità e la semplicità con la quale l’uomo conduceva la sua semplice vita.

Durante una notte fu ucciso un uomo nel vicoletto di San Nicola dei Caserti e, quando cominciarono le indagini di polizia, si presentò un signore dai modi distinti e raffinati che denunciò l’assassino dichiarando di conoscerlo.

I magistrati si fidarono subito delle parole di un uomo ben vestito e dalle belle parole. Il falso testimone, era il vicino di casa che voleva sbarazzarsi del calzolaio. Non ci fu difesa: il tribunale reputò valida la falsa testimonianza del vicino e condannò alla pena capitale il finto omicida.

Il calzolaio, prima di morire, chiese allora di veder esaudito un ultimo desiderio: volle donare tutti i suoi averi all’Ospedale della Pace, attivo fino al 1975, a condizione che rimanesse per sempre una targa che raccontasse la verità sulla falsa accusa.

Dio m’arrassa da invidia canina, da mali vicini et da bugia di uomo dabene“. Ovvero: “Dio mi salvi dall’invidia cieca, dai mali vicini e dalle bugie di un uomo perbene“.

La lapide fu spostata all’interno dell’Ospedale della Pace nel 1889 nell’ambito dei lavori per il Risanamento di Napoli ma, per rispettare l’impegno preso nel XVI secolo, fu posizionata una copia della targa nel posto originale.

 

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