IN GIRO PER LA CITTA

Parlare di Politica è divenuto sempre più impopolare.
Enrico Berlinguer, in un intervista ad Eugenio Scalfari, con grande lucidità e in anticipo sulla grande crisi che ha travolto la classe politica diceva: “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e clientela“.
Non una dichiarazione populista o di parte, ma una visione critica della crisi dei partiti, del loro ruolo di rappresentanza delle istanze ideali e sociali della popolazione e della distanza che tutto ciò avrebbe provocato tra cittadini ed istituzioni.
Quello che oggi la grandissima parte dei cittadini pensa, sino al punto da aver trasformato lo scontro tra fazioni politiche opposte in una disaffezione dal voto.
Il significato è drammatico: nessuno mi rappresenta, neanche lo Stato nella sua massima forma di democrazia “la partecipazione al voto”.
Eppure questo fenomeno dagli aspetti politici e sociologici che impattano sulla tenuta democratica del paese, dovrebbe essere affrontato per ridare autorevolezza a tutte le istituzioni nella loro capacità di essere sempre libere dalle ingerenze partitiche e poste al servizio dei cittadini.
Il grande giornalista Enzo Biagi diceva: “Denunciare è del giornalismo, proporre soluzioni è già politica”.
Ecco, per rendere popolare e autorevole il concetto di Politica occorre che essa tra le tante cose, riconosca i problemi delle persone, smetta di essere una casta, sia capace di proporre e concretizzare soluzioni, abbia un orizzonte per il paese, per i giovani, per la cultura.
Uno Stato più snello, con una burocrazia limitata ed efficiente che aiuti e non crei paludi impenetrabili capaci di impedire qualsiasi infrastruttura o investimento.
Una Politica che guardi alla “res pubblica” nella sua eccezione vera, che guardi alla popolazione, ai diritti, al lavoro ad una società più giusta.
Viene naturale una domanda: il cittadino stritolato dai problemi della quotidianità e che non ha tempo e testa di leggere e approfondire filosofi e scrittori, come si può recuperare alla partecipazione democratica?
Migliorando le sue condizioni di vita, rilanciando opportunità e possibilità.
Bene girando una città complessa quale è Napoli il clima si affretta ad andare verso il pessimismo.
Ad un anno dal voto con il maggiore astensionismo di sempre, l’Amministrazione Comunale e la città sembrano una avulsa dall’altra.
E nulla c’entrano le appartenenze politiche: meglio essere divisi in opzioni politiche diverse, piuttosto che l’indifferenza e ” il tanto nulla cambia”
Non bisogna mai sperare o addirittura operare affinché fallisca un governo solo perché di un partito avverso.
Bisogna pungolarlo, fare controllo democratico, proposte migliorative denunciare derive e personalismi.
Maggioranza e opposizione nella loro diversità ideale e di ruolo istituzionale unite nell’esercitarlo nell’interesse del paese e non quale momento di occupazione delle istituzioni. 
Ecco la bellezza della Democrazia dove la Libertà al singolare esiste solo nella Libertà al plurale (B. Croce)
Già, la Libertà, un concetto a volte difficile da enunciare. Lo scrittore Ken Follet lo rappresenta definendolo: un luogo chiamato Libertà. Dall’astratto ad un concetto fisico, reale, raggiungibile con un cammino.
Un cammino che un grandissimo Presidente, Sandro Pertini, indicava nel liberare le persone dall’incubo del bisogno.
Purtroppo la nostra città affonda nella palude del bisogno, della marginalità sociale, delle volgari furberie, del malaffare, dei servizi pubblici inefficienti.
Lo si vive nelle parole dei giovani condannati alla incertezza perenne, nel deflagrare di titoli di studio inflazionati e inutili nel mondo del lavoro.
Lo si vive nella presenza inquietante del malaffare, della delinquenza della illegalità che stritolano qualsiasi possibilità di sviluppo.
Nella incapacità della politica di garantire trasporti funzionanti, una città pulita, un welfare pubblico che prosciughi il brodo di coltura del disagio .
Tutto in città si muove senza regole, dando il senso di una continua sopraffazione del forte sul debole. 
Già, perché a pagare il finto buonismo, dietro il quale si nasconde nella quasi totalità dei casi le incapacità della politica, sono i più deboli, coloro che affidano l’esercizio di una parte della propria Libertà alla capacità dello Stato di garantirne la esigibilità. 
Vivere una piazza, una panchina, un parco, sono elementi di una Libertà sempre più spesso negata.
Avere una strada illuminata, pulita, non dover pagare i rifiuti con tasse enormi per l’incapacità di avere un virtuoso ciclo dei rifiuti, sono parti di quel processo di fiducia democratica che sostiene la Libertà .
La Politica deve misurarsi con questi temi senza paroloni o promesse.
Deve dare risposte affinché girando per la città a tanti sguardi smarriti si sostituisca la volontà di partecipare ad un processo di cambiamento.
La ragione è un angelo tra l’uomo e Dio.
(Moshe Ibn Ezra).
 Chissà se un giorno girando la città di Napoli incontreremo questo Angelo.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Il Ghiro
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