IL NUTRIZIONISTA

La figura del biologo nutrizionista
L’art.3 della Legge 396/67 attribuisce al biologo, tra le varie competenze, “la valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo sia in condizioni fisiologiche che patologiche”. Il biologo, quindi, è un professionista per cui esiste una norma giuridica che gli riconosce (per la formazione universitaria, grazie alla quale conosce tutti i meccanismi biochimici e fisiologici che regolano la nutrizione, l’assorbimento, il metabolismo dei nutrienti) le competenze necessarie a valutare i fabbisogni nutrizionali e ad elaborare diete. Condizione necessaria per l’esercizio della professione di Biologo Nutrizionista è l’iscrizione all’Ordine Nazionale dei Biologi.

Perché rivolgersi al nutrizionista?
Il Nutrizionista quindi è una figura professionale che si occupa di determinare il fabbisogno nutrizionale e di modificare stili di vita scorretti. Attraverso un percorso di rieducazione alimentare il nutrizionista è in grado di aiutare a gestire in modo autonomo, sereno e non ansiogeno l’ambiente alimentare con l’obbiettivo di assicurare il benessere fisico e psicologico della persona.
Un percorso di rieducazione nutrizionale è consigliabile in caso di:

  • obesità ed eccessi ponderali
  • adiposità e obesità adolescenziali
  • adiposità e obesità in menopausa
  • allergie e intolleranze alimentari
  • magrezze eccessive e dismetabolismi
  • gravidanza e allattamento
  • disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, disordini da abbuffate compulsive)
  • endocrinopatie (diabete mellito, iper/ipotiroidismo)
  • patologie cardiovascolari
  • dislipidemie (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia)
  • in tutti i casi di disturbi alimentari dell’infanzia (obesità infantile,celiachia, inappetenza…)

ALIMENTAZIONE
L’alimentazione corretta è sempre più un’esigenza, è chiaro ormai a tutti che mangiando in modo giusto si possono prevenire le malattie cardiocircolatorie, il diabete alimentare e quant’altro. È compito del nutrizionista stabilire il fabbisogno energetico di un individuo e, in base a tutta una serie di fattori, impostare un regime alimentare corretto, che tenga conto di eventuali patologie o disturbi (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, diabete, disturbi digestivi, meteorismo e via dicendo) e della persona nella sua globalità. La dieta non è un’imposizione o peggio una punizione, ma tutta una serie di indicazioni su “cosa” e “come” mangiare, come abbinare gli alimenti, in modo da raggiungere il risultato che ci siamo prefissato, senza grossi sacrifici, perché questo è possibile.
Il nutrizionista deve fornire una vera e propria educazione alimentare. A volte bastano pochi consigli per riequilibrare una situazione alimentare problematica. Un consiglio che sento di dare è di affidarsi sempre ad uno specialista, quando si è decisi ad intraprendere una dieta e di evitare tutte quelle “miracolose” quanto “pericolose” diete che spuntano come funghi sulle varie riviste e che non hanno quasi mai fondamento scientifico. Bisogna diffidare delle promesse di dimagrimenti rapidi, perché bisogna dimagrire gradualmente, perdendo massa grassa e non massa magra, solo perdendo peso a poco a poco si possono lasciare alle spalle i chili di troppo e ritrovare uno stato di benessere.
Un alleato indispensabile nella lotta al sovrappeso è l’attività fisica, un po’ di sano movimento ci permette di raggiungere più rapidamente la meta.

DIETE
La prima visita consiste in una “consulenza nutrizionale”, dove si raccolgono inizialmente informazioni sullo stato di salute del paziente e sulle sue abitudini alimentari (anamnesi).
Dopo di che si passa alla valutazione dei parametri antropometrici (peso, altezza, circonferenze, calcolo dell’indice di massa corporea BMI) ed a una misurazione manuale del grasso corporeo (plicometria) che si attua mediante uno strumento, chiamato plicometro, che permette di rilevare lo spessore delle pliche adipose.
Il grasso corporeo viene inoltre valutato tramite il bioimpedenziometro strumento elettronico raffinato che, con un’analisi veloce e indolore, permette di valutare per ogni persona, oltre che la massa grassa e la massa magra, lo stato di nutrizione, l’idratazione cellulare, di identificare casi di ritenzione idrica; permette, quindi, di raccogliere preziose informazioni. Raccolti tutti i dati viene definito il biotipo del paziente, valutato il bilancio energetico con la rispettiva deviazione alimentare, concordato con il paziente l’obiettivo del trattamento ed, infine, viene formulata la dieta.
Trattamento del sovrappeso e dell’obesità
L’obesità è una patologia caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo e generalmente viene causata da un’alimentazione scorretta e da uno stile di vita sedentario e privo di un abituale esercizio fisico. I maggiori esperti nutrizionisti affermano che il miglior trattamento dell’obesità risiede in una “corretta alimentazione”, importantissima sia per la prevenzione che per la risoluzione di obesità e sovrappeso.
Obesità e sovrappeso sono i due più seri problemi legati all’alimentazione presenti non solo nel nostro Paese, ma in tutto il mondo. L’eccessivo peso provocato da un’alimentazione scorretta, o semplicemente abbondante, comporta un aumento del rischio di contrarre delle malattie tra cui il diabete, il colesterolo e le malattie cardiovascolari. Spesso a determinare l’obesità è una scarsa conoscenza della corretta alimentazione.
Spesso chi soffre di obesità o sovrappeso segue un’alimentazione restrittiva fatta di continue rinunce. Ciò è del tutto scorretto in quanto gli sforzi fatti nel seguire un’alimentazione povera non pagano quasi mai con i risultati sperati e l’unica conseguenza è una ripresa del pesoperso con gli interessi.
Un’alimentazione basata su regole ferree non solo non porta a perdere peso velocemente, ma determina anche altre problematiche come l’alterazione del tono dell’umore ed una perdita di controllo sul cibo con conseguente fame incontrollata. Pertanto, chi è affetto da obesità o sovrappeso, prima di modificare l’alimentazione abituale, dovrebbe consultare uno specialista ed individuare quali cibi minano la salute.
Nutrizione in stati patologici
Il rapporto tra “dieta” e patologie è davvero molto stretto. Seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata è un presupposto fondamentale per mantenere l’organismo sano e vitale. Una ”corretta alimentazione” previene sovrappeso, problemi di ipertensione arteriosa, dislipidemie (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia), endocrinopatie (diabete mellito, iper/ipotiroidismo) e, quindi, diminuire il rischio di malattie cardiovascolari e tumori. Inoltre può aiutare chi è affetto da patologie gastro-intestinali come gastrite, esofagite, stitichezza, sindrome del colon irritabile ecc.
Nutrizione in età pediatrica e adolescenziale
Ciò che diamo da mangiare ai nostri figli condiziona in grande misura la loro salute e le loro abitudini alimentari per tutta la vita. Il tempo che i genitori dedicano a nutrire correttamente i figli può essere il contributo più importante che possono offrire al loro sviluppo. Aiutare i piccoli a sviluppare buone abitudini alimentari può essere molto difficile, ma vale senz’altro la pena di farlo.
L’obesità infantile sta diventando sempre di più un problema diffuso.
Televisione, computer, giochi elettronici portano i ragazzi ad una vita sedentaria, e questo è uno tra i principali motivi di sovrappeso. Se teniamo conto che merendine, fast food, pizze e tramezzini la fanno da padrone nell’alimentazione di molti ragazzi ci rendiamo conto del motivo per cui l’obesità infantile è un fenomeno preoccupante.
E’ importante il ruolo che la famiglia gioca in questi casi. Spesso i genitori ed i nonni temono che i loro figli non si nutrano a sufficienza e così li abituano a mangiare in modo scorretto.
E’ fondamentale invece insegnare ai bambini ed agli adolescenti le basi di una corretta alimentazione che permetterà loro di crescere in forma e soprattutto sani!
Nutrizione in gravidanza e allattamento
Il periodo della gravidanza e dell’allattamento sono particolarmente critici dal punto di vista alimentare-dietetico, in quanto la dieta incide in modo fondamentale sulla salute sia della madre sia del bambino.
Per ottimizzare lo stato di salute di una donna in gravidanza e per ridurre il rischio di malattie nel nascituro, è fondamentale che la madre raggiunga uno stato nutrizionale ottimale prima, durante e dopo il periodo gestazionale.
Se durante la gravidanza o l’allattamento si segue un’alimentazione scorretta, con il conseguente eccessivo aumento di peso, dimagrire e cambiare abitudini sarà molto difficile in seguito.
Perché allora non cogliere l’occasione di questo delicato momento per cominciare un percorso di educazione alimentare utile sia per se stesse sia per la salute e la vitalità del futuro bambino?
Alimentazione in stato fisiologico di normopeso
I soggetti in uno stato fisiologico di normopeso dovrebbero nel corso della loro vita seguire sempre delle buone abitudini alimentari. Il compito del nutrizionista è anche quello di insegnare al proprio paziente i principi giusti per una corretta alimentazione che porti ad un ottimale stato di salute.
Intolleranze e celiachia
Le intolleranze alimentari sono una reazione cronica ad alimenti assunti frequentemente; una volta individuato il “cibo incriminato”ed eliminato, si verifica la scomparsa del sintomo. Sintomi spia della presenza di un’intolleranza alimentare possono essere di diverso tipo, ad esempio: stenia persistente, alitosi, torpore mentale, arsura, meteorismo, pirosi gastrica, vertigini aerofagia, palpitazioni, ipersudorazione, nausea, edemi ricorrenti, alternanza di peso, crampi arti inferiori, prurito, afte.
I sintomi non sono proporzionali alla quantità di cibo non tollerato introdotto, non sono dose dipendente, anche piccole quantità possono mantenere l’intolleranza.
Il “cibo incriminato” non viene assolutamente abolito, dopo il periodo di astinenza prescritto la sostanza può essere tranquillamente reinserita nella dieta.
La celiachia è una intolleranza permanente al glutine la cui assunzione provoca un’infiammazione cronica con alterazioni morfologiche dei villi intestinali. Nel corso degli anni la frequenza di celiaci sta sempre più aumentando, in Italia sono circa 45000 i casi diagnosticati e quelli che non sanno di esserlo sarebbero da 380 a 400 mila. Per questo è opportuno effettuare i relativi test nel caso in cui si manifestano i possibili sintomi. Generalmente i soggetti a rischio possono essere: i familiari del celiaco, pazienti affetti da diabete mellito tipo 1 o altre patologie autoimmuni (tiroidite, sclerosi multipla, artrite reumatoide), soggetti con sindrome di Down o Turner, soggetti con anemia da carenza di ferro e/o stanchezza cronica e soggetti con deficit di IgA.
Un trattamento possibile per la celiachia è una “dieta appropriata”, priva di glutine (gluten-free), che permette di ridurre ed eventualmente eliminare i sintomi e di ricostituire i tessuti intestinali e contemporaneamente, dove è necessario, eliminare i chili in eccesso.
Nutrizione e sport
Tutti conosciamo l’importanza di una buona alimentazione per mantenere sano il nostro organismo e farlo funzionare al meglio. Se questo è valido per qualunque persona “normale”, che svolge una vita più o meno sedentaria, ancor più lo è per coloro che praticano uno sport e dal proprio corpo devono ottenere molto di più in termini di prestazioni fisiche e consumo energetico.
Per chi fa attività sportiva, infatti, l’alimentazione riveste un ruolo determinante ed è importante che lo sportivo sappia quali sono gli alimenti che lo possono aiutare nella propria attività ed in quali quantità e modalità deve assumerli per poterne trarre tutti i benefici possibili.
La dieta svolge quindi un ruolo determinante. Solo uno stato di salute ottimale garantisce la massima espressione delle potenzialità fisiche ed atletiche di un individuo. Non esistono alimenti particolari capaci di migliorare la preparazione e/o la prestazione atletica, ma solo buone o cattive abitudini alimentari che condizionano l’efficienza metabolica e il rendimento fisico ed atletico.
Attraverso il cibo si introducono i nutrienti che vengono trasformati dal corpo in elementi strutturali e in energia per svolgere le funzioni fisiologiche. La quantità, la qualità e la proporzione, con cui essi vengono assunti, determinano l’efficacia e la salubrità della dieta.
Nutrizione in menopausa
Quello della menopausa è un momento decisamente delicato per la vita di una donna. Solitamente arriva tra i 45 e i 55 anni e l’intero processo ha una durata di circa 2 o 3 anni. In questo periodo il corpo femminile subisce molteplici cambiamenti, tra cui un evidente rallentamento del metabolismo con conseguente diminuzione della massa magra a favore di quella grassa e quindi un aumento del peso corporeo. Non solo, la menopausa è spesso accompagnata da problemi ossei, come l’osteoporosi e sbalzi d’umore. Quindi, quando una donna in menopausa decide di seguire una dieta, deve tener conto di tutti questi fattori: metabolismo lento, osteoporosi, sbalzi d’umore. Pertanto, è bene seguire una dieta equilibrata e giusta, capace di alleviare questi disturbi.

dott.ssa Anna Astarita
Biologa Nutrizionista
nutrizionista.astarita@gmail.com
www.annaastarita.it

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