La mastoplastica additiva: miti e leggende

La mastoplastica additiva è sempre l’intervento di chirurgia estetica più richiesto al mondo.

I dati, provenienti dall’International Society of Aesthetic Plastic Surgery, stimano un numero di interventi effettuati in Italia nel 2017 pari a 820.000, più di 13 ogni mille persone.

Nonostante questi dati di enorme valore, c’è da sottolineare come la procedura chirurgica sia avvolta e circondata ancora da alcune leggende metropolitane che le vedrebbero scoppiare in aereo o causare il cancro. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza.

1.Le protesi aumentano il rischio di contrarre il cancro al seno. FALSO

È stato ormai scientificamente dimostrato che non esiste alcuna correlazione tra protesi e tumore al seno o altre malattie. Tuttavia è importante effettuare controlli periodici, proprio come si farebbe senza protesi. Le protesi di nuova generazione subiscono controlli estremamente approfonditi, riportano garanzie molto ampie e sono riconoscibili e numerate.

2.Con le protesi al seno non si può allattare. FALSO

Le protesi mammarie non compromettono la possibilità della madre di allattare al seno. Questo perché il loro posizionamento avviene dietro la ghiandola (o addirittura dietro al muscolo) e non danneggiano quindi i dotti galattofori. Allo stesso modo non si è mai riscontrata la presenza di silicone o altre sostanze nel latte materno.

3.È necessario cambiare le protesi ogni 10 anni. FALSO

Le protesi di nuova generazione sono realizzate con materiali estremamente sicuri e resistenti che non si deteriorano facilmente. Se si eseguono i dovuti controlli e la protesi non presenta deformità, né causa fastidio, è possibile mantenerla anche più a lungo. Allo stesso tempo può accadere di doverla cambiare prima (per esempio in caso di contrattura capsulare) ma questo dipende il più delle volte dal singolo caso.

4.Le protesi rendono il seno freddo. FALSO

Le protesi si adattano al calore del nostro corpo e non sono a diretto contatto con la superficie del seno da poterne determinare un cambio di temperatura. Al massimo, poiché aumenta il volume dell’area, il sangue può faticare a riscaldarla tutta uniformemente, ma si tratta comunque di uno scarto minimo.

5.Le protesi si vedono. FALSO

Se la scelta delle protesi e l’intervento sono stati svolti in modo accurato, esse non dovrebbero vedersi. Risultano visibili se non ben posizionate, o se si è scelta una protesi di volume eccessivo. La protesi può rendersi evidente in caso di contrattura o di doppio profilo (quando cioè il margine della protesi non coincide con il solco sottomammario e crea per l’appunto due profili) nel qual caso è necessario intervenire e riposizionare o sostituire l’impianto.

6.Le protesi possono scoppiare in aereo. FALSO

Questa è senza dubbio una delle leggende metropolitane più diffuse della rete. Proviamo a riflettere. Prima di ricevere la certificazione le protesi vengono sottoposte a innumerevoli test di urto, temperatura e pressione. Le cabine degli aerei inoltre mantengono, in modo quasi costante, una pressione pari a quella che si trova a 1.500 metri di quota. Infine, le protesi acquistate dal chirurgo per la maggior parte arrivano in Italia per via aerea, e nella stiva per di più. Se non scoppiano allora di certo non lo faranno poi. Lo stesso concetto vale anche per la pressione sott’acqua: chi ha protesi può tranquillamente fare immersioni subacquee.

7.Le protesi alterano la sensibilità del capezzolo. FALSO

Per alterare la sensibilità di quest’area è necessario intaccare o danneggiare i nervi che la caratterizzano, ma, se l’intervento è ben eseguito, questo non accade. Può capitare di sperimentare delle alterazioni della sensibilità per qualche tempo dopo l’operazione, ma è un effetto temporaneo.

Dott. Armando Scimone
Medico-Chirurgo
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Medicina e Chirurgia Estetica
armandoscimone@virgilio.it

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