Piangere può essere positivo

Può sembrare strano o poco intuibile, ma in realtà piangere può essere anche positivo. Il pianto può assumere diversi significati a seconda dell’età, della motivazione, della circostanza. Nei neonati il pianto è essenziale alla sopravvivenza; il bambino, piangendo, si procura il cibo, l’affetto, le cure e le attenzioni. Nell’infanzia, quindi, il pianto rappresenta la normalità, anzi di più, la necessità. I bambini piangono anche quando fanno i capricci, ma è sempre un modo per attirare l’attenzione legato all’età e all’immaturità.

Piangere in età adulta…

In età adulta il pianto ha un significato diverso, può essere causato da molteplici situazioni e può essere sintomo di sofferenza, rabbia, delusione o frustrazione. Le lacrime sono apparentemente amare e dolorose, ma se comprese e accolte, possono avere un sapore dolce, possono essere liberatorie, portando all’esterno il dolore che abbiamo dentro da tanto tempo. Dopo un pianto, a qualsiasi età, sentiamo che qualcosa nel nostro cuore si è aperto, facendo spazio dentro di noi. Abbiamo bisogno di spazio nel cuore per accogliere le emozioni positive e i sentimenti e il pianto ci permette di aprirci maggiormente alle emozioni.

Evitare di piangere per essere forti…

Piangere.

Molto spesso, nel tentativo di essere forti, evitiamo di piangere, nascondendo il nostro dispiacere. Tutto ciò che reprimiamo continua ad esistere dentro di noi, spingendo per uscire fuori e prima o poi dovremo fare i conti con ciò che continuiamo ad evitare o nascondere. Accogliere le proprie emozioni, anche quelle negative, è sintomo di forza e maturità; anche il pianto va, quindi, accolto. Si può piangere da soli o davanti a qualcuno di cui ci fidiamo e, in entrambi i casi, stiamo vivendo un momento particolare, che merita di essere compreso. Il pianto è anche una forma di comunicazione e ci aiuta ad esprimere quello che a parole non riusciamo a spiegare. Sono tante le emozioni che è difficile esprimere con il linguaggio e, in queste situazioni, ci viene in aiuto il corpo, con le sue manifestazioni silenziose ma dense di significato.

Dopo un pianto liberatorio, sentiamo che le nostre emozioni negative mollano la presa, si assopiscono e iniziano a guarire.  Piangere può essere positivo perchè ci aiuta a liberarci della forte carica emozionale scatenata da un accaduto spiacevole e questo ci porta a ragionare meglio, a mettere ordine, a vedere le cose con maggiore chiarezza. Riconoscendo le emozioni spiacevoli e attraverso l’accettazione, possiamo guarire molto prima da una sofferenza.

Piangere può essere positivo anche perchè aiuta a metabolizzare, a razionalizzare e a scaricare le tensioni. Portando fuori le emozioni, impariamo a osservarle, capirle e tollerarle. Le emozioni, anche quelle negative, vanno ascoltate e accettate, solo così possiamo trasformale in energia positiva. Il pianto, quindi, non è sintomo di debolezza, ma di intelligenza, sensibilità e forza.

L’anima ha bisogno di ascolto…

Il pianto è sintomo che la nostra anima vuole essere ascoltata, vuole essere accarezzata e curata. L’anima è delicata, ma può diventare forte grazie alle nostre attenzioni. Il pianto ci avvisa che abbiamo bisogno di prenderci cura di noi, della nostra spiritualità e dobbiamo coltivare il nostro benessere interiore.

La medicina orientale ci insegna che non bisogna badare solo al benessere fisico, ovvero alla salute delle nostre braccia, delle nostre gambe, dei nostri organi; esiste anche un mondo interiore fortemente collegato all’esterno, che vuole essere scoperto e nutrito. Il nostro universo interiore può comunicarci attraverso il pianto che ha bisogno di premure.

Il punto di vista degli orientali

Gli orientali attribuiscono alle malattie, alle sofferenze, delle cause emotive. L’emotività è … continua…

Dott.ssa Silvana Santospirito

Educatrice

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